OPERA 40
FORMAGGIO ALL'APERTO
(80x60) 1978
Descrizione
Ritorna l'idillio pastorale,
altro momento importante della giornata sulle pendici
del Gran Sasso d'Italia; e, a parte il documento, ed il brio
dei particolari, anche qui la dicotomia tra passato e
presente, tra accaduto e desiderato; e nel desiderio questa
sapienza di poggi e di greggi lontani, questo contrasto di
sempreverdi e d'alberi spogli, questi gialli che ormai
obnubilano le fantasie dell'autrice.
Nomenclatura-folk
Il formaggio incideva molto nella economia agricola, sia per
il consumo domestico che per la vendita o lo scambio.
Nel grosso caldaio (lu callarone) è ben visibile il siero magro
(lu sire scalate) dopo il prelievo della ricotta
eseguito con la schiumarola. Il siero, addizionato con un
po' di ricotta e pane abbrustolito, costituiva in casa una
gustosa e nutriente colazione, detta la 'mpanate o 'mpanatella;
invece, i pastori che battevano la montagna usavano una
zuppa di latte con pane ordinario e spesso rinsecchito (in
montagna mancava il fuoco); era detta la marzapiche e
veniva consumata in rustica ciotola di faggio (la
patelle), elaborata insieme al cucchiaio da chi la usava
e che talora presentava qualche rozzo intarsio: insieme al
coltello erano portati sempre appresso nel tascapane da
pastore.
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