| OPERA 18TOSATURA DELLE PECORE
 (80x60) 1974
 Descrizione Le opere e i giorni, come in 
					un poema di Esiodo. A parte la tecnica, e le sempre pił 
					sottili astuzie del pennello, e I 'iterazione di moduli -il 
					mucchio di fieno, il cagnolino -che sembrano ormai 
					definitivamente acquisiti, sbalordisce nella nostra poetessa 
					la capacitą di saper fissare sempre le azioni dell'uomo in 
					un preciso identificabile mese dell'anno. Cosģ, ecco i velli 
					pressati nel cestone mentre le pecore nude pascolano 
					sull'aia morbida punteggiata di camomilla, e la bella 
					stagione canta sul fondo modulato di dossi e di cielo 
					dolcissimi. Nomenclatura-folk Operazione importante nella civiltą contadina e nella sua economia. Uno 
					o due giorni prima, il gregge era condotto a lavare nel 
					gorgo di un fiume o di ruscello (lu bņreche) per
					averne lana bianca e pulita (cf. Opera 8); il panno 
					grezzo che se ne ricavava da filatura e tessitura casalinga 
					era detto «la saje», che prima dell'uso era portato a «valecą» 
					nelle gualchiere viciniori d'Isola o di Montorio (erano 
					azionate ad acqua).  Per la tosatura la pecora era legata per i quattro piedi con unico 
					legaccio, giaceva sopra un telo rustico (lu pannņ) 
					mentre un ragazzo o una donna ne immobilizzava la testa; si 
					usava l'apposita «fłrbece pe carusą», e se per l'imperizia 
					dell'operatore o l'improvviso scalpitare della bestia ci 
					fosse uscito un qualche brutto taglio sulla pelle, la cosa 
					faceva notizia e divertiva il contado: Oh, pe la Majella! 
					lu cumpare Necole ha fatte lu macellare!  Nella tela la donna con i capelli «a tuppe» riporta il paniere vuoto e 
					si accinge a prelevare l'altro ormai pieno; frattanto reca 
					un fiasco di vino per gli uomini.    |