Sul corso dell'alto
Fiume Fino su un colle di fondovalle a quota
284 è il paese di Bisenti, paese dal nome antico
Visentium che deriva probabilmente da un italico
Vesentia, il cui nucleo storico è posto come un'isola
fra il corso del fiume Fino ed il torrente Fossato, uno
delle tante interamnie "città poste fra i fiumi" in
area italica.
Le prime testimonianze archeologiche risalgono all'VIII
secolo a.C. con il ritrovamento alla base di due torri ad
"U" del cosiddetto "Castello" di Bisenti di due fibule in
bronzo con stoffa a disco databili all'VIII secolo a.C. :
si ha notizia di una necropoli dell'età del ferro posta
fra il paese ed Arsita con il ritrovamento di fibule e
punte di lancia in bronzo. Altra necropoli italica è da
identificare nelle adiacenze dell' edificio delle Scuole
Elementari posto lungo la via che porta a Castiglione
Messer Raimondo: qui in età mussoliniana furono rinvenute
tombe a lastroni di pietra che restituirono "frammenti di
vasi di terracotta" con "caratteri delle tombe picene" ed
una fibula in bronzo. Altre necropoli di tombe di età
italica e romana sono segnalate nelle contrade che
circondano il paese: sul "Colle della Battaglia", "Pizzoli",
"Chiovano" e "Tomba schiodata". Dall'età italica a quella
romana Bisenti era, probabilmente, inserita nel territorio
vestino ed in quello successivo del municipio vestino di
Pinna.
Le prime notizie medievali si hanno: nella cessione ai
monaci di Montecassino dell'ottobre del 1085 del conte
teatino Trasmondo di tre castelli posti nella Contea di
Penne, fra cui quello di Bisenti (Chron.Casin., III,
56); nell'anno 1123 con un "Attonis de Besento"
citato nel "Cartulario della chiesa |
teramana" (XLVIII, p. 84); nel 1150-1167, in piena età
normanna, in cui Besent(i) risulta essere in
possesso di Oderisio di Bisenti come feudo di due
militi (circa 260 abitanti) posto nella Contea di Penne
(Catal.Bar., 1186). Successivamente compare come
tributario di Montecassino col nome di Bifenum
nella bolla di Alessandro III; poi Bisontum nel
diploma di Carlo I d'Angiò del 1273 (Far. 77);
"in Bisenti" nelle decime vaticane del 1324 (Rat.Dec.,
2480). Bisentum fu feudo degli Acquaviva dal
1195 (come risulta dalla concessione fatta dall'imperatore
Enrico VI a Rainaldo I d'Acquaviva il I marzo del 1195)
fino al cinquecento. Il centro storico del paese si divide
in due nuclei: il primo, più antico, è quello del Castello
a forma ovoidale posto ad ovest, circoscritto dalle
attuali strade Via Carducci (vecchia Via Castello), Via
Roma e Via della Fonte; il secondo è compreso fra Via
Carducci, Via Roma e la Circonvallazione sud e nord.
Nell'interno del primo è la
torre-mastio a pianta quadrata
in pietra arenaria locale databile al XII secolo, unico
residuo di un piccolo castello-recinto di età normanna e
la cui recinzione muraria si può ammirare in Via della
Fonte. Nel secondo nucleo, aggiunto successivamente e
collegato con una nuova recinzione muraria nel XIV secolo,
è la Casa Abbaziale, e la chiesa parrocchiale. La Casa
Abbaziale, realizzata nel XV secolo ad opera degli
Acquaviva ed appartenuta all'ordine dei monaci Celestini,
presenta un' ampia fronte con portichetto formato da due
ampi archi tardo-gotici a sesto acuto realizzati a
mattoni; sulla facciata stemma con data medievale 1479. La
parrocchiale, detta
S. Maria degli Angeli, ad unica navata
e dalla bella |
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facciata settecentesca con maestoso campanile
affiancato, presenta sull'alta volta notevoli cicli di
affreschi del XVIII secolo; su una cappella del lato
sinistro si nota un piccolo medaglione con tela
settecentesca raffigurante S.Emidio con il pastorale
che tiene in mano il paese di Bisenti. Particolare
attenzione merita la "Madonna degli Angeli", nume
tutelare dell'edificio di culto, una bella terracotta
dipinta di scuola aprutina del cinquecento conservata
in una nicchia sulla sinistra vicino all' aItare.
Fuori dall'abitato, su un colle che si erge a quota
565 lungo la strada che da Bisenti porta ad Arsita, è
la chiesa di S. Pietro fortemente rimaneggiata
in età postrinascimentale e contemporanea dato lo
stato di dissesto dovuto al cedimento delle
fondazioni: si notano contrafforti in corrispondenza
dello zona absidale dotata di modesta monofora arcuata
e una parte aggiunta sul lato ovest che ha coperto
l'ingresso originario; piccole manofore architravate
sui lati lunghi. Della chiesa si ha notizia nella
Bolla di Alessandro III del
1176 in cui si dice possesso di Montecassino col nome
di Sancti Petri in Pinnensis; successivamente
fu fortemente contesa fra i signori di Bacucco e
Bisenti. |
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