Na vodd
lu mann erh ph lu rành
A ffà
li majhscjh, a rpassà, a sshmhndà
A
mmunnà, a mmeth a ffà li cavallàtt
A rtrjà, a mmachnà, a jjh’ lu mulhnh
Na vodd lu mann erh dh jh’ la cchjìsce
lu jurn dh fest simbr, bbell’arvhsthth,
e ppù chll’
arcurdhvulh sinza manh
e
ppù-ngà (nz po’ fa mmanh màngh dh quàll!)
Ddhjh-nh
lhbbr, quànn t’attuccàvh!
Na vodd
lu mann erh planh dh ggénd
frhchnh,
màmm, zhjh, nunn’ e sbhnnùnn
fratìll,
lli carnàl’ e li cuggjhnh lundành
(e
ccavvòdd pìrh ca ppruìtt’ a ffà lu arzành)
E lu
vhcjhnàth lò ttarn a scagn’ ajìth
Na vodd
lu mann erh‘a jjh’ Ssan Gaprielh
scizz,
notta-temb da la sa’apprhmh
ngh li
phpndin’arplhnh mbo salith
prhparith nzimbr’a li fàmmhnh dh lu vhcjhnàth
e
ccandàvh cammhnenn: io l’adorh, io l’adorh!
Na vodd
lu mann erh dh candà
a mmeth,
a sscjàjh, a vvhlgnà
a rfà
li litt, a spànn e rcojh li pinn
a
rmbasscjà e nnazzhcà li careccjh lo la sigg
a mmeth, prhmh ndunàvh li fàmmhnh
e sibbht’aspunnàvh t’tt chll’iddr
e sssh shndàvh l’iddr’ngàrh llà li cull!
Na vodd
lu mann erh dh pàjh
dh serr, dh lhttìrh, dh mannéll
dh mìcchjh, dh tjafénh, dh patàcchjh
(e ddh serr mbuchìt’ e homh ch ccurràvh)
………..
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Una volta il mondo era per il grano
ad arare, a ripassare, a seminare,
a mondare, a mietere, a fare le cavallette
a riportare, a trebbiare, andare al mulino
Una volta il mondo era di andare in chiesa
Il giorno di festa sempre, belli rivestiti,
e poi quelli celebrati, senza meno
e poi ancora (non si può fare a meno nemmeno di quello!)
Dio-ne-liberi, quando ti toccava!
Una volta il mondo era pieno di gente
bambini, mamme, zii, nonni e bisnonni
fratelli, quelli carnali e i cugini lontani
(e qualche volta qualche adottato a fare il garzone)
e il vicinato lì intorno a scambio aiuto
Una volta era di andare a S. Gabriele
scalzi, notte-tempo dalla sera prima
con i peperoni ripieni un po’ salati
preparati insieme alla donne del vicinato
e cantavano camminando: io l’adoro, io l’adoro!
Una volta il mondo era di cantare
nel mietere, nello spoglio del mais, nel vendemmiare
nel rifare i letti, nello stendere i panni
nel rifasciare e cullare i bambini sulla sedia
a mietere, prima intonavano le donne
e subito rispondevano tutti gli altri
e si sentivano altri ancora là ai colli!
Una volta il mondo era di paglia,
di serra, di lettiera, di mannelle,
di mucchi, di taglia-fieno, di patacchie
(e di serre incendiate e gente che accorreva)
………
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L’idea di Vincenzo Cimini
di voler trasmettere, alle attuali giovani generazioni e
a quelle che verranno, una testimonianza dell’antica
vita contadina, è stata accolta con entusiasmo dalla
dirigenza della Casa Editrice Edigrafital. Ne è nato un
progetto: quello di riunire in un cofanetto una
pubblicazione cartacea che riporti i versi scritti da
Cimini, accompagnata da un video. Nel filmato l’autore
recita i propri versi dialettali con la sua
piacevolissima pronuncia in dialetto teramano, che tutti
abbiamo imparato a conoscere per mezzo delle sue
trasmissioni radiofoniche di Rai Abruzzo negli anni ‘60
e delle sue 400 trasmissioni settimanali, andate in onda
sulle televisioni locali (un pezzo addirittura fu scelto
da Gianni Minoli e riproposto in “Mixer”).
Le riprese sono state
effettuate nella cucina del museo etnografico «Borgo
Antico» di Torricella Sicura di proprietà di Gino Di
Benedetto. Sotto i salumi insaccati ed appesi qualche
giorno prima, Cimini ha prestato la propria
interpretazione, per un’ora ed un quarto, con le
difficoltà che la lettura ad alta voce del vernacolo
comporta (provate a leggere a voce alta le strofe in
dialetto sopra riportate…!).
In seguito ad una visita
al presepe de «Le genti della Laga» allestito a
Torricella Sicura, il regista Riccardo Forti ha deciso
di inserire nel DVD anche una sezione dedicata a questa
magica “macchina del tempo”, per catturare e riprodurre
le emozioni che questa galleria cinematografica
tridimensionale ha avuto la possibilità di suscitare
nelle migliaia di persone che l’hanno attraversata nel
corso del mese di allestimento che le è stato concesso
dal Sindaco.
Riccardo Forti
(conosciuto per la regia dei bellissimi documentari
sull’Abruzzo e per l’organizzazione del “Festival
Internazionale del Cinema Naturalistico e Ambientale”
che si tiene annualmente a Teramo nel mese di ottobre)
dopo aver curato le riprese, sta occupandosi ora del
montaggio del video di cui sarà anche il “produttore”.
Gli allestimenti del
museo etnografico - a grandezza reale - sugli antichi
mestieri e sulle tradizioni, insieme agli ambienti che
riproducono i luoghi dove vivevano i nostri nonni, si
stanno rivelando un preziosissimo punto di riferimento
per gli studiosi e per i registi.
In questo luogo
particolare, nel cuore della nostra Provincia, è
possibile avere a disposizione gli oggetti del passato e
gli ambienti d’un tempo per allestire set
cinematografici dove poter ricreare le atmosfere e poter
girare filmati sulle genti vissute nel nostro Abruzzo
antico.
Lucio De Marcellis
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