Le prime testimonianze archeologiche risalgono all’età
del ferro con ben due necropoli nelle località S.
Giovanni al Mavone (ora Santa Maria) e la Brecciola. La
prima ha restituito nel 1896 un corredo femminile dell’VIII
secolo a.C. , nel 1902 un “principesco” corredo maschile
della fine del VII secolo a.C. composto da resti in
ferro di un carro da battaglia , punte di lancia e
giavellotti in ferro, un gladio a stami in ferro con
fodero decorato a traforo, armille in bronzo, lebete e
bacili in lamina di bronzo con orlo perlato e decorato
da una treccia tra due file di perlinatura, un
candelabro, una oinochoe in bronzo, caldaie in bronzo,
due alari in ferro ed un fascio di undici spiedi in
ferro e frammenti ceramici (materiali al Museo di
Teramo).
La seconda, la Brecciola, ha restituito nel 1926, sette
sepolture maschili dell’età del ferro con corredi
composti da armi in ferro, fibule in bronzo, bacini in
lamina di bronzo ed olle in ceramica; nel 1928, una
tomba a tumulo circolare del VII secolo a.C. con corredo
composto da armi in ferro, armille ed anelli in bronzo,
vari frammenti di bronzo e di vasellame ceramico,
frammenti di ferro relativi ai cerchi delle ruote di un
carro da battaglia. Una necropoli di VII-IV secolo a. C.
era situata nell’area del villaggio romano di San
rustico di cui sono state scavate nel 1976 quattro tombe
e trovati indizi di altre.
Della successiva età romana abbiamo il santuario di
Ercole ed il vicus di San Rustico,
scoperto dal Brizio nel 1896 e scavato da Gaetano
messineo nel 1976. Lo scavo ha messo in evidenza i resti
di un abitato (nato nel I secolo a.C. intorno ad un
precedente edificio templare italo-romano) e di una
necropoli sorti all’incrocio tra un diverticolo della
via Cecilia che risaliva lungo la valle del Vomano
in direzione di Amiternum, ed un altro che
risaliva per la valle del Mavone. Il villaggio, detto “Petinus”
nella passio (storia del Martirio) medievale di
San Emidio, è strutturato in forma ortogonale con asse
principale orientato est-ovest ed edifici realizzati in
ciottoli fluviali con pavimenti in signino.
Dell’edificio templare resta il podio di tipo sannitico
con tracce della modanatura di base e frammenti della
cornice superiore del podio; rocche di colonne e
capitelli di tipo corinzio. La struttura cultuale, a
pianta rettangolare di metri 8,29X15,68, doveva essere
del tipo prostilo con scalinata sul lato est e pronao
ornato da quattro colonne. Il tempio presenta evidenti
interventi di restauro del podio in età giulio-claudia
come testimoniato da due iscrizioni rinvenute nell’area.
Sotto il pavimento di un edificio è stat rinvenuta una
stipe probabilmente legata a riti di fondazione del
vicus agli inizi del I secolo a. C. Nella vicina ex
Masseria Ricci sono presenti materiali provenienti
dall’area del villaggio descritto, soprattutto
iscrizioni, in gran parte murate, e due rocchi di
colonne. |
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