La
Montagna dei Fiori, domina i territori ascolano
e teramano sul confine storico tra il Regno delle Due
Sicilie e lo Stato Pontificio ed è caratterizzata da
fenomeni di carsismo che interessano formazioni di
calcare del Giurassico (195 milioni di anni fa). Ben 44
grotte sono state segnalate, già alla fine
dell’Ottocento, dallo storico teramano Concezio Rosa e
frequentate dall’uomo, a scopi preminentemente
culturali, dal Paleolitico Superiore fino in età storica
con l’eremitaggio dei monaci alle dipendenze del
Monastero di S. Angelo in Volturino sul versante
ascolano. Le prime ricerche paletnologiche, effettuate
negli anni ’60, nella Grotta di S. Angelo e in quella
inferiore di Salomone, forniscono gli elementi
scientifici e stratigrafici del giacimento archeologico
più importante della Montagna, con continuità nel
Paleolitico Superiore fino ai livelli dell’età del
Bronzo prima che venisse adibita al culto di S. Michele
Arcangelo alle dipendenze del priorato di San Pietro
alla Ripa (Ripe di Civitella).
Il
cedimento della volta, verificatosi dopo il 1500, ostruì
il collegamento con la grotta inferiore i cui livelli
più antichi restituiscono strumenti litici (grattatoi,
lame, punteruoli) e i resti faunistici tra i quali si
documentano l’orso delle caverne, il camoscio e il
cavallo. Nella grotta superiore (S. Angelo) sono stati
documentati i livelli Neolitici, con ceramica impressa
ad unghiate, a pizzico e a solchi, quella dipinta a
bande rosse (di tipo Catignano) e quella dipinta dalla
cultura di Ripoli, con motivi geometrici a linee e punti
di colore bruno, oltre a numerose buche contenenti
frutta selvatica (da ricollegare al culto della
fertilità della terra). Di straordinaria importanza sono
i livelli del Bronzo Medio (metà del secondo millennio
a.C.) con l’importante produzione ceramica della Civiltà
Appenninica di scodelle e ciotole carenate con motivi a
meandro puntinato, attualmente esposte presso il Museo
Civico Archeologico di Teramo.
Comune di Civitella del
Tronto ,
località Montagna dei Fiori |
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