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  Necropoli di Campovalano (Campli)

Parco archeologico direttamente collegato al Museo Archeologico Nazionale di Campli, che ne custodisce i reperti finora rinvenuti. La frequentazione culturale va dalla Prima Età del Ferro (IX sec. a.C.) fino al II sec. d.C., anche se sporadici materiali ed una tomba recuperata nel 1971 dall’Archeoclub di Teramo collocherebbero la fase più antica della necropoli nella Tarda Età del Bronzo (XII-X sec. a.C.). Le sepolture più antiche (IX-VII sec. a.C.) sono caratterizzate da grandi tumuli, simili a quella dell’area marchigiana, di cultura picena. I circoli, di ciottoli di fiume discoidali, possono raggiungere il diametro di 25 m e le dimensioni connotano il rango del defunto. Nelle tombe principesche o dei capi è posto anche il carro da parata a due ruote. Il corredo, sul piano d’inumazione, protetto da argini di pietre, occupa posizioni distinte per funzioni: ornamenti personali ed armi in posizione funzionale; la ceramica e il vasellame di bronzo lungo il fianco fino ai piedi ove era sempre posto un grande dolio (grande contenitore di liquidi e derrate) di impasto. L’inumato, avvolto in un sudario, era deposto in una cassa lignea o protetto da un tavolato. La tipologia delle sepolture arcaiche (VI-V sec. a.C.) cambia con fosse prive di circolo e piccolo tumulo limitato alla superficie della fossa. L’ultima fase, finora documentata, è quella ellenistica ( 190-180 a.C.) quando, già intorno al IV sec. a.C., viene strutturata e monumentalizzata la via della necropoli. Si assiste ad una standardizzazione e ad un generale impoverimento del corredo funerario già caratterizzato dai nuovi modelli culturali classico-romani e da influssi celtici, quali l’uso di spezzare la lancia prima di deporla sul fianco del morto.

Comune di Campli , località Campovalano

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